Se cerchi risposte migliori, cerca prima domande migliori

Ogni svolta creativa ha trovato origine in una domanda ben posta, una domanda acuta e capace di stimolare la creatività.

Viviamo un periodo felice per la creatività, perché siamo molto stimolati dalle enormi opportunità che la cultura digitale sta portando nelle nostre vite.

Avviare un’impresa nel secolo scorso, quindi meno di un ventennio fa, per me che sto scrivendo alla fine del 2018, era davvero complesso, costoso e rischioso.

Oggi nascono start-up con una velocità che fa pensare alla frenesia della corsa all’oro, e questo è reso possibile dalla potenza della rivoluzione digitale che stiamo vivendo.

Ma non c’è innovazione, non c’è creatività e non c’è sviluppo se non ci sono nuove domande.

La nostra mente ha bisogno di essere sollecitata e gli stimoli per la nostra mente sono le domande che ci poniamo o che altri ci pongono.

La qualità delle domande e la loro accuratezza sono quindi la vera spinta propulsiva per ogni cambiamento.

Quando mi siedo davanti alla mia tastiera per trovare un’idea, magari anche semplicemente una buona idea per un post su Facebook da utilizzare per un cliente, parto da una domanda.

E se la risposta non mi convince e non accende quella scintilla della creatività, quello che faccio non è cercare una risposta migliore.

Cerco una domanda migliore.

E le domande migliori sono quelle che offrono un orizzonte di risposte ampio e che ti impongono uno sforzo.

Le domande migliori a volte sono le più semplici: sono i “Perchè?” e i “Come si fa?” di mio figlio di 4 anni, e posso affermarlo perché sono un reale stimolo per la mia creatività.

Una domanda è utile, efficace e promettente se permette all’intuizione a alla creatività di schizzare veloce come una scintilla e poi appiccare il fuoco vitale della ricerca e dell’impegno.

È una sensazione bellissima quella che si prova quando il flusso dei pensieri viaggia veloce come le parole che ti escono dalla bocca o che si imprimono nella memoria di un foglio di testo.

Ma cogliere il momento di ispirazione non basta, é necessario trovare la forza di ricostruire quel momento aureo ogni volta che ci rimettiamo all’opera.

È faticoso, più faticoso di quanto non sia appoggiarsi allo slancio dell’entusiasmo, ma solo così si può progredire verso la costruzione di qualcosa di più complesso.

A volte é necessario saper aspettare che la mente vaghi tra i pensieri alla ricerca dell’intuizione in modo quasi inconsapevole. Forse per questo tra i CEO delle imprese più innovative del mercato é tanto diffusa la pratica della meditazione.

Oppure bisogna saper osservare con migliore attenzione e accettare di confrontarci con uno dei pensieri che la mente umana tenta di allontanare dalla notte dei tempi: ignoriamo la maggior parte delle cose.

La ricerca di spiegazioni ci ha portato a costruire ogni genere di pensiero religioso e filosofico, ma anche superstizioni e oscure paure.

Il pensiero scientifico ci aiuta a fare luce nell’oscurità, ma non basta a raccogliere e spiegare l’immenso mistero della vita.

Oggi viviamo nell’era dei dati, siamo produttori e consumatori di dati di ogni tipo e nella matassa soltanto poche persone, purtroppo, riescono a trovare il filo di Arianna che possa condurli alla luce.

Sono innumerevoli le previsioni sul futuro che si sono rivelate grossolanamente errate. Ancora oggi non sappiamo se il futuro che possiamo immaginare in questo esatto momento seguirà la sorte delle previsioni fallite o di quelle indovinate.

Per questo é importante farsi domande valide, per poter andare alla ricerca di risposte utili e rilevanti con la mente libera.

Ho sempre provato una forte attrazione per la modernità, per le forme più avanzate di costruzione del futuro e per le idee più innovative.

È faticoso pensare al futuro uscendo dalle trappole mentali dei luoghi comuni e delle proprie inclinazioni psicologiche o magari delle informazioni frammentarie di cui disponiamo.

Per questo chi sa porre a se stesso e alla società le domande migliori e sa costruire delle possibili risposte, probabilmente saprà costruire il futuro in cui noi tutti ci troveremo a vivere.

Chi non sa di non sapere oggi è destinato a diventare la vittima prescelta dei cambiamenti che impatteranno sulle loro vite con la stessa intensità e gli stessi effetti che ha avuto quel meteorite per i dinosauri.

Chi non sa di non sapere non solo non si pone le domande giuste, ma vive nella illusoria convinzione che non ci siano domande da porsi, che altri non se le pongano e che il tempo si sia fermato.

Fatevi delle domande, provate a rispondere a domande di altre persone e lasciate che quella sensazione di non essere così sicuri della risposta vi metta abbastanza a disagio da dover trovare una risposta migliore.

E poi provate a riformulare la domanda, come se tutte le vostre certezze potessero improvvisamente venir meno.

Esercitatevi nell’arte della domanda e troverete risposte migliori di quanto possiate immaginare.

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